Colleziono finestre e vie di fuga ante di libere dissociazioni decorate a mano da artigiani dell’anima s’aprono sul mare, alcune tendono le maniglie sottili o legnose o inafferrabili scrostate dal sale si dondolano sui tetti, altre cinte da foreste di antenne spezzate come i bracci di un candelabro spento che cerca fiamme ci sono vetri che succhiano l’iride scoppiettante delle stelle e davanzali di gerani a lanciare cascate al sangue sulla strada nera ma io preferisco l’arco cordonato senza specchi senza lastre senza filtri un lago trasparente d’illusorie divisioni tra il dentro che credo di sapere e il fuori che m’immagino di volere. (emmeper)